Rubeo test

Complesso Torch

Con il termine “complesso Torch” vengono indicate una serie di analisi consigliate alla donna quando pensa di mettere al mondo un bambino o, al più tardi, quando scopre di essere in “dolce attesa” perché risultano utili per la prevenzione delle infezioni che colpiscono l’embrione e il feto.

Le lettere del complesso Torch indicano:

T come Toxoplasma (il virus) o Toxoplasmosi (l’infezione che provoca)

O come Others, termine inglese che in italiano significa “altre” e raggruppa tutte quelle analisi che è consigliabile eseguire prima di una gra­vidanza per evitare conseguenze spiacevoli al futuro bambino (come la sifilide o le varie epatiti; con gli anni sono aumentate e si è aggiunta, per esempio, l’Aids).

R come Rosolia (l’infezione che provoca) o Rubeo Test (il nome dell’analisi)

C come Cytomegalovirus (il nome del virus)

H come Herpes simplex (il nome del virus che, a sua volta, può essere di tipo 1 se l’infezione è labiale o di tipo 2 se è sessualmente trasmessa).

Le analisi indicate dal complesso Torch vanno a ricercare se nel sangue della persona vi è la presenza o meno di anticorpi diretti contro una specifica infezione. In particolare ne esistono due categorie e vanno ricercate entrambe:

IgG: si tratta di anticorpi che, se presenti, indicano che la persona è venuta a contatto con quel particolare tipo di infezione e rimangono nell’organismo per tutta la vita anche se la persona è guarita dalla malattia.

lgM sono anticorpi che, se presenti, indicano non solo che la persona ha contratto l’infezione, ma anche che è ancora in corso, cioè si trova nella fase acuta, o comunque è relativamente recente (una volta avvenuta la guarigione, infatti, via via scompaiono). Se, quindi, gli anticorpi IgM non sono presenti, ma gli IgG sì, significa che l’infezione è stata con­tratta, ma ormai è passata.

Perché si eseguono?

Si tratta di analisi che vengono svolte generalmente su consiglio del medico ginecologo prima di una gravidanza o al suo inizio (ma anche come moni­toraggio durante l’attesa) per escludere o tenere sotto controllo l’eventualità che il bambino possa nascere con dei disturbi a causa di una di queste infe­zioni. Le analisi vanno a ricercare se la donna ha sviluppato nell’organismo gli anticorpi diretti a combattere ciascuna malattia perché in questo caso significa che l’infezione è già stata contratta e non può più ammalarsi (quindi non può essere trasmessa al bambino), fatta eccezione ai casi del cytome-galovirus e dell’herpes virus simplex che, invece, rimangono sempre latenti nell’organismo e possono riattivarsi quando le difese sono deboli oppure se non vi sono gli anticorpi e, quindi, la donna potrebbe ancora incorrere nella malattia. Distintamente, cioè una per una, queste analisi possono anche esse­re eseguite per diagnosticare la presenza o meno di una infezione quando una persona non si sente bene e si sospetta che soffra di una di queste malattie.

Come si eseguono?

Sono analisi di laboratorio che si eseguono con un normale prelievo di sangue e che è preferibile eseguire a digiuno.

I risultati

VALORI NORMALI

Anticorpi anti-Loxoplasma IgG      0-8 U.I./ml

Anticorpi anti-Loxoplasma IgM      fino a 0,200 assenti

0,200-1.000 dubbio

oltre 1.000   presenti

Anticorpi anti-Loxoplasma “avidity”      assenti

Anticorpi anti-rosolia IgG      0-10 U.I./ml

Anticorpi anti-rosolia IgM      fino a 0,600 assenti 0,600-1.000 dubbio oltre 1.000    presenti

Anticorpi anti-Cytomegalovirus IgG       0-15 U.A./ml

Anticorpi anti-Cytomegalovirus IgM       0-0,5 U.A./ml

Come valutare i risultati?

Anticorpi anti-Toxoplasma IgG: il risultato indica che non si è mai con­tratta l’infezione se il risultato è all’interno dei valori considerati normali. Se l’esito è più alto rispetto al valore normale, indica che la persona ha contratto la malattia e può esserne già guarita oppure può essere ancora in corso, per cui, come approfondimento, è sempre consigliabile ricercare anche gli anticorpi IgM.

Anticorpi anti-Toxoplasma I gM: il risultato indica che l’infezione non è in corso quando il valore descritto nel referto si trova all’interno dei valori normali. Se il risultato è superiore a questo valore e si trova tra 0.200 e 1.000 indica la probabile presenza di anticorpi nel sangue e, quindi, la probabile infezione da Toxoplasma in corso o recente (la ricerca degli anticorpi anti-Toxoplasma avidity eliminerà ogni dubbio). Se il risultato è superiore a 1.000 indica, invece, la presenza di anticorpi antitoxoplasma e, quindi, una infezione in corso (e si devono adottare le adeguate cure, soprattutto se si tratta di donna in gravidanza).

Anticorpi anti-Toxoplasma avidity: si svolge quando sia gli IgG, sia gli IgM sono alti. Se il suo risultato è “assente ” o “negativo”, significa che l’infezione non si trova nella fase acuta.  Se, invece, il risultato è “presente” o “positivo”, significa che l’infezione è in atto.

Rubeo Test IgG: se il suo valore si trova all’interno dei valori di normalità, significa che la persona non ha anticorpi contro la rosolia e, se si tratta di una donna che pensa di mettere al mondo un bambino, è consigliabile che si vac­cini per essere protetta dal rischio di contrarre l’infezione.  Se il risultato è maggiore rispetto al normale, significa che la persona è stata esposta al virus, ma non permette di stabilire l’esistenza di una infezione in atto (per questo è sempre consigliabile eseguire anche la ricerca degli anticorpi antirosolia IgM).

Rubeo Test IgM: quando è inferiore a 0.600, il suo valore è normale e indica l’assenza di una recente infezione dal virus della rosolia.  Se il valore è compreso tra 0.600 e 1.000, il caso è dubbio e, quindi, è con­sigliabile ripetere l’esame a distanza di 7-15 giorni per valutare l’evoluzione degli anticorpi. Se il valore è superiore a 1.000 è, invece, indicativo di una recente infezione.

Anticorpi anti-cytomegalovirus IgG: il suo valore indica l’assenza di una infezione dal virus se si trova tra 0 e 15 U.I. (Unità Internazionali) per milli­litro di sangue. Se, invece, il suo valore è superiore, significa che la persona ha contratto la malattia, ma non si sa se è in corso o recente (per questo si deve eseguire l’analisi degli anticorpi IgM).

Anticorpi anti-cytomegalovirus IgM: il suo valore indica l’assenza di una recente infezione dal virus se si trova tra 0 e 0.5 U.I. (Unità Internazionali) per millilitro di sangue. Se il suo valore è superiore, invece, è indicativo di una infezione recente. Se si tratta di una donna in gravidanza che sta per partorire, il ginecologo consiglierà di eseguire un tampone cervicale per valutare la presenza del virus sul collo dell’utero. Se, infatti, l’infezione si trova sulla mucosa, è preferibile optare per un parto cesareo escludendo quello naturale in modo che il bambino non rischi di infettarsi.

Anticorpi anti-herpes simplex di tipo 1 (labiale) o di tipo 2 (sessualmente trasmesso) IgG: se il risultato è “assente ” o “negativo” significa che nel san­gue della persona non sono presenti gli anticorpi diretti contro questo agen­te infettivo e, quindi, indica che la persona non ha mai contratto la malattia. Questo significa che potrebbe ancora contrarla e in gravidanza questo com­porta un rischio per il futuro bambino.  Se il risultato, invece, è “presente” o “positivo”, la persona è venuta a contatto con la malattia nel corso della sua vita. Per sapere se si trova nella fase acuta, è sempre consigliabile eseguire anche la ricerca degli anticorpi IgM.

Anticorpi anti-herpes simplex di tipo 1 (labiale) o di tipo 2 (sessual­mente trasmesso) IgM: se il risultato è “assente ” o “negativo” significa che la malattia non si trova nella fase acuta e se gli anticorpi IgG sono “positivi”, la persona è venuta a contatto con il virus in passato che rimane latente. Se il risultato, invece, è “presente” o “positivo”, indica che la malattia è in corso o, comunque, è recente. Per l’herpes simplex di tipo 2 vale lo stesso discorso legato all’esecuzione del tampone cervicale (vedi cyto-megalovirus).